...Un altro aspetto molto importante del cristianesimo tradizionale è la perdita della coscienza della reincarnazione e del karma.
Rudolf Steiner sottolinea che era addirittura compito del cristianesimo occidentale di far scemare per un periodo questa coscienza nell’umanità (*).
Era addirittura il compito centrale dello stesso cristianesimo petrino.
Non avendo più l’uomo alcuna coscienza della reincarnazione e del karma, andò per lui perduto pure il pensiero della preesistenza.
Venne accolta la concezione aristotelica che l’uomo viene creato divinamente soltanto al momento del concepimento.
Rudolf Steiner sottolinea come sia altrettanto importante parlare dell’«innatalità» dell’uomo, poiché lo spirito umano «nasce» tanto poco quanto muore.
Sapere che si giunge dal mondo spirituale con una missione, con un compito, quello di pareggiare il bilancio di precedenti incarnazioni, non può di certo esser cosa allettante per l’egoismo: ciò richiede infatti responsabilità morale e serietà.
Ma che cosa significò il fatto che gli uomini nulla più sapevano della reincarnazione e del karma?
Significò un oscuramento del mistero dell’Io superiore, del vero uomo soprasensibile, che passa di vita in vita.
L’uomo non poté più comprendere che egli vive quotidianamente inserito nelle forze del karma, e che quanto ha da compiere è stato coscientemente voluto e pianificato dal suo Io superiore ancor prima della nascita, in comunione con le gerarchie spirituali….
*- R. Steiner-Come ritrovare il Cristo? O.O. 187, Ed. Antroposofica, Milano 1988, conf. 1 gen. 1919
- tratto da “dal Cristianesimo al Cristo” Pietro Archiati - Opera Editrice 1997
www.liberaconoscenza.it
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